Da una recente disavventura di una persona a me cara, penso sia necessario fare una riflessione su quali siano i criteri per scegliere un professionista dell'aiuto.
Perchè rivolgersi ad un consulente, psicologo, psicoterapeuta o coach?
Come scritto nel mio sito, tutti affrontiamo momenti difficili, e spesso abbiamo bisogno di confrontarci con qualcuno che non sia la nostra famiglia o i nostri amici, qualcuno che sia uno specchio, un centenitore vuoto solo per noi. Detto questo tale contenitore e specchio deve avere dei requisiti irrinunciabili.
Scegliere il professionista dell'aiuto è come scegliere la biancheria, o il fidanzato. Uno non vale l'altro. Dobbiamo sentirci comodi. confortevoli, accolti, e dobbiamo stimare chi ci troviamo di fronte. Altro aspetto da non sottovalutare è il costo. Se la cifra ci semmbra troppo onerosa, o addirittura sconsiderata, inutile iniziare il percorso. Tutto deve farci sentire a nostro agio, compreso il prezzo. Chiaramente vi ricordo che esistono dei tariffari che siamo tutti costretti a rispettare e che si tratta di un mestiere di grande responsabilità. Ciò che cura è la relazione che si instaura tra il cliente e il professionista. Se sentite di non poter essere liberi e di non stimare umanamente il professionista, provate a cercare un confronto e se non bastasse, cambiate aria e cercate quello che fa per voi.
Il rapporto deve essere puro e trasparente e in generale farvi sentire completamente a vostro agio.
Questa la mia necessaria riflessione del giorno, che spero possa tornare utile!
buon lavoro a tutti,
Marianna Storri
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Gent.ma dr.ssa,
RispondiEliminacomplimenti innanzitutto per la chiarezza del sito e per la trasparenza che scaturisce dalla sua professionalità.
Ho da chiederle un parere: di recente sono entrato in cura per un disturbo d'ansia con un sua collega e mi ha colpito molto ciò che lei ha scritto:"Tutto deve farci sentire a nostro agio, compreso il prezzo". e"..esistono dei tariffari che siamo tutti costretti a rispettare e che si tratta di un mestiere di grande responsabilità." Ho controllato i tariffari e ho costatato con grande disappunto e dispiacere che il suo collega mi ha applicato una cifra esorbitante(più del doppio della normale tariffa). Ovviamente, ho subito lasciato il suo collega. Ma come mi devo comportare?lo devo denunciare all'ordine?anche perchè aveva creato in me un ulteriore stato d'ansia, invece che migliorarlo.
Grazie infinite,
Horatio da Narni
Caro Horatio,
RispondiEliminasono davvero dispiaciuta per il comportamento del mio collega. Deve essersi sentito tradito ed aggredito proprio all'interno di un contesto che doveva essere protetto. Se crede può far riferimento al nostro ordine professionale e deferire questa persona, che non mi sento di chiamare professionista. E' questo tipo di comportamento che lede la nostra professione e la bontà del nostro lavoro.
La ringrazio inoltre per i suoi complimenti e la invito a pormi qualsiasi domanda inerente alla sua ansia quando ne avesse voglia, buona serata.
M.S.
Gentilissima Dottoressa,
RispondiEliminanon credo sia il posto giusto per farle questa domanda....
Lei parla di maschere che portiamo, ecc. Ma se non ci fosse niente dietro la maschera?
Se ci fosse il vuoto totale, niente di niente?
Io sono così e non so che cosa fare.
Grazie per l'attenzione
Nessuno